RETTA RSA PER MALATI DI ALZHEIMER: A CHI SPETTA IL PAGAMENTO?

Il D.P.C.M. 14 febbraio 2001 ha classificato le prestazioni sanitarie in tre categorie:

  1. Prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, a carico delle ASL;
  2. Prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, a carico dei Comuni, con compartecipazione dell’utente;
  3. Prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria, a carico del Fondo Sanitario Nazionale.

In quest’ultima categoria rientrano le cure per soggetti malati di Alzheimer o demenza grave, laddove le necessità terapeutiche siano intense, complesse e non di mera assistenza.

La Corte di cassazione, con la sentenza n. 4558 del 22 marzo 2012, ha stabilito che, quando il ricovero implica prestazioni sanitarie necessarie, la retta deve essere interamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Né il malato né i suoi familiari, pertanto, possono essere gravati di tali spese.

Il principio si fonda sull’art. 32 della Costituzione, secondo cui la tutela della salute è un diritto fondamentale dell’individuo. Quando le prestazioni sanitarie costituiscono l’elemento prevalente e sono inscindibili da quelle assistenziali, l’intera prestazione dev’essere intesa come sanitaria e quindi gratuita.

In base alla giurisprudenza di legittimità, il criterio per distinguere tra prestazione sanitaria e socio-assistenziale è sostanziale: va valutata la condizione clinica del paziente e il tipo di cura necessaria. Quando l’intervento sanitario non può essere separato da quello assistenziale, l’intera prestazione è di competenza del SSN.

Le sentenze della Corte di cassazione più recenti hanno ulteriormente rafforzato questa posizione (n. 13714/2023, n. 25660/2023, n. 4752/2024).

Anche i Tribunali di merito iniziano a pronunciarsi sul tema. Da ultimo, il Tribunale di Pordenone con la sentenza n. 503 del 25 settembre 2025, hanno eliminato la distinzione tra quota sanitaria e quota alberghiera. Per i pazienti affetti da demenza grave, infatti, non esiste una netta separazione tra assistenza medica e attività quotidiane e quindi l’intera retta va posta a carico del SSN.

 

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